Quando e perché consultare uno psicologo infantile

Oggi tutti sappiamo che l'infanzia è un momento molto influente nella vita di una persona. Gli eventi apparentemente insignificanti che accadono quando siamo piccoli possono avere un impatto diretto su come ci sentiamo e ci comportiamo da adulti.

Quando e perché consultare uno psicologo infantile

È in questa fase infatti che si presentano disturbi legati al comportamento, disagi nelle relazioni, blocchi emotivi o difficoltà scolastiche e sociali.

Uno psicologo infantile lavora proprio su questo periodo di vita esaminando quindi la crescita emotiva e culturale dei più piccoli.

Cos'è la psicologia infantile?


La psicologia infantile è una branca della psicologia che studia il comportamento del bambino, dalla nascita fino all'adolescenza.

Si focalizza sull'evoluzione dei diversi aspetti del bambino, a livello: fisico, motorio, cognitivo, percettivo, sensoriale, affettivo e sociale.
Non si parla solo di curare eventuali traumi dell’infanzia, ma anche di educare e assistere i bambini avvalendosi dunque anche delle metodologie pedagogiche, allo scopo di limitare la nascita di traumi e paure.

Cosa fa lo psicologo infantile


Uno psicologo infantile si interessa delle difficoltà incontrate dal bambino durante le varie fasi della crescita e del suo sviluppo neuro-cognitivo, psicodinamico ed emotivo.

Quando e perché consultare uno psicologo infantile

Si occupa in particolare di realizzare una valutazione, una diagnosi e un trattamento psicologico della problematica. Tra le sue funzioni c'è anche quella di offrire strategie per promuovere il benessere, l'autonomia, l'autostima.
È un professionista che lavora molto con i genitori e con la scuola, realizza colloqui psicologici con la famiglia, osserva l’ambiente del bambino, somministra test, il tutto per definire gli obiettivi e le strategie di intervento. Il bambino e la sua famiglia ricevono un supporto emotivo continuo, imparando a riconoscere le proprie emozioni, a trovare nuovi modi di comunicare e nuove soluzioni a vecchi problemi.
Durante le sue sedute lo psicologo dà anche ampio spazio alle attività ludiche. Nel suo studio infatti sono solitamente presenti bambole, plastilina, e colori che permettono al bambino di sentirsi libero di fare ciò che meglio crede.

Costruire, disegnare e giocare sono strumenti comunicativi molto importanti, che i bambini utilizzano spesso per esprimere sentimenti ed emozioni, rendendo così più facile andare a lavorare sull'elaborazione e la risoluzione dei conflitti.


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Quando un bambino ha bisogno di un psicologo.


Durante la crescita i problemi che può affrontare un bambino sono molteplici, a volte sono passeggeri altre volte meno ma non è sempre facile per un genitore capire quando intervenire con un supporto psicologico.

C’è sempre una certa reticenza e indecisione dovuta in parte anche alla convinzione errata che bisogna andare dallo psicologo solo in “casi gravi”. Beh è importante capire che è bene intervenire subito e non lasciare che la situazione si aggravi.

Come fare quindi a capire se un bambino ha bisogno di aiuto? ti indichiamo qui di seguito 5 segnali di allerta che non bisognerebbe ignorare. Bisogna richiedere quindi attenzione psicologica se:
  • Le difficoltà o i problemi del bambino interferiscono con la sua normale routine quotidiana ovvero nel tempo libero, nell’ambiente scolastico o nelle relazioni con i famigliari. Per la salute mentale è generalmente questo il punto chiave chiamato anche “soglia” che ci fa pensare che il problema richiede particolare attenzione.
  • Il bambino presenta comportamenti anormali che causano disagio, ovvero un comportamento che normalmente non viene assunto dalla maggior parte dei bambini. Molti comportamenti anomali diventano causa di disadattamento e sofferenza.

  • Per definire un comportamento anomalo bisogna valutare alcuni parametri: l'intensità o l'entità del comportamento, la frequenza con cui appare, la durata nel tempo, Il numero di diversi sintomi e come si sviluppano.
  • Il bambino ha cambiato radicalmente abitudini o inizia ad essere maggiormente irritabile, angosciato o agitato senza motivo. Questo cambiamento può essere un importante campanello d’allarme che non bisogna sottovalutare
  • Mostra difficoltà di adattamento. Queste difficoltà possono verificarsi a seguito di grandi cambiamenti come per esempio la separazione dei genitori, (in questa particolare circostanza potrebbe essere necessaria anche una mediazione familiare), l'arrivo di un fratello in famiglia, il trasferimento in una nuova città ecc ecc. Se il bambino quindi ha difficoltà persistenti a comprendere, tollerare, accettare o adattarsi a questa nuova realtà, ad esempio con sbalzi d'umore, irritabilità, eccessiva tristezza o pianto incontrollato, potrebbe essere il momento di considerare di chiedere un aiuto specializzato.
  • Se è il bambino stesso che fa capire ai propri genitori che vuole parlare di ciò che lo preoccupa con qualcuno esterno alla famiglia o semplicemente comunica indirettamente che vuole sentirsi meglio, e imparare a gestire le proprie emozioni.

Come comunicarlo al bambino


Una paura frequente per molti genitori è come comunicare al bambino che inizierà un percorso terapeutico.

A tal proposito consigliamo di non farsi prendere dal panico e lasciarsi guidare dallo psicologo che sicuramente saprà supportare i genitori anche in questa fase.
Normalmente infatti lo psicologo prima di vedere il bambino parla con i genitori in modo che possano affrontare con più tranquillità il percorso e li aiuta anche a trovare il miglior modo di comunicare al bambino il successivo incontro.
Se i genitori in primis si sentono fiduciosi anche il bambino avvertirà lo stesso sentimento e questo lo rassicurerà su ciò che sta accadendo intorno a lui.

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